Psicologia della pubblicità
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Re: Psicologia della pubblicità
avete visto la pubblicità di quella vernice di cui non ricordo il nome? c'è la mogliettina in tiro e la cameriera zoccola che stanno dipingendo la ringhiera della terrazza della villa, arriva il maritino miliardario e fa "Cosa state facendo?" e poi va avanti con la moglie che dice che lei e la serva mezza nuda sulla scala per far vedere meglio le mutande stanno dipingendo le inferriate con la vernice.
allora...punto uno: una vernice con una cameriera che si vende cosa c'entra?
punto due: perchè la ringhiera la fanno verde che è orribile?
punto tre: il marito si è fatto fare una lobotomia o è scemo da solo? no, scusate, arriva in terrazza, vede queste con secchio di vernice e pennello in mano e gli chiede anche cosa stanno facendo?!?!? non lo vede che si stanno depilando le ascelle?
allora...punto uno: una vernice con una cameriera che si vende cosa c'entra?
punto due: perchè la ringhiera la fanno verde che è orribile?
punto tre: il marito si è fatto fare una lobotomia o è scemo da solo? no, scusate, arriva in terrazza, vede queste con secchio di vernice e pennello in mano e gli chiede anche cosa stanno facendo?!?!? non lo vede che si stanno depilando le ascelle?
Yatta- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
...si si continua..continua .....
[Neon Vergil Cowboy Bebop- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
:o :oops: :face: :face: :cyclops: :farao: :geek: :flower: :kill:
....nenche io.....
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[Neon Vergil Cowboy Bebop- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
come sei well-kind casto e puro baldus! :kill: :flower: :flower:
non le avevo praticamente mai usate.
a proposito:
non le avevo praticamente mai usate.
a proposito:
Re: Psicologia della pubblicità
meglio le pubblicità con le fig*e che stanno semi-nude a mostrare un prodotto......
[Neon Vergil Cowboy Bebop- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
troppo lungo.......................................
[Neon Vergil Cowboy Bebop- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
esempio di pubblicità:
...[no text]...
image: una donna seminuda seduta su una sedia.
ps.pubblicità di un profumo.
pps. che minchi* centra?
ppps. è un profumo da donna! non lo può comprare nemmeno il baldo!
...[no text]...
image: una donna seminuda seduta su una sedia.
ps.pubblicità di un profumo.
pps. che minchi* centra?
ppps. è un profumo da donna! non lo può comprare nemmeno il baldo!
Re: Psicologia della pubblicità
grazie... confermi ciò che ho detto riguardo all'attenzione che una persona può sopportare... se vuoi saperne di più leggi!
Re: Psicologia della pubblicità
Bello questo nuovo argomento però c'è troppa roba tutt'insieme da leggere e sta troppa fatica
Bello, lungo ma bello........
Bello, lungo ma bello........
vale.91- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
è per il fatto della frequenza che io ormai non ascolto più molte pubblicità!! anzi, le ho prese in antipatia!! un esempio è quella di Vodafone...ma quante cacchio di volte la mandano in onda??? e la solita battuta di Ilary"Amore, sei libero!" e Totti "Aspetta, fammelo chiedere al mister, prima!"
Yatta- Admin
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Re: Psicologia della pubblicità
processi mentali del consumatore e strategie dei messaggi pubblicitari: FASE 2
l'attenzione rivolta al messaggio pubblicitario
questa fase prevede un buon funzionamento della fase 1
essa prevede quattro tappe per il perfezionamento di una pubblicità
-attenzione
-contrasto
-durata
-frequenza
l'attenzione (apertura mentale ai soli elementi che appaiono rilevanti fra quelli che ci vengono continuamente presentati) nell'uomo è veramente molto bassa. per esempio in un lezione di un ora circa una persona è realmente attento per circa 10/15 minuti in totale. si fa sicuramente attenzione alle cose più sempici che a quelle difficili proprio perchè la nostra attenzione è minima.
la nostra attenzione raggiunge i massimi picchi all'inizio e alla fine di un evento, perciò una pubblicità deve contare su questi due momenti di maggiore attenzione per pubblicizzare il prodotto. come è anche enuncito nel libro "il magio numero 7", la nostra mente può ricordare un massimo di 9 informazioni elementi insieme, quindi il messaggio non deve contenere troppe informazioni sul prodotto altrimenti la pubbicità diventa troppo pesante, talvolta sgradevole e difficile da ricordare. (dite anche ai vostri professori con cui fate due o più ore di fila, che al suono della companella dovrebbero lasciarvi almeno cinque minuti di riposo se vogliono avere l'attenzione che richiedono!).
il contrasto è un fattore più che altro grafico o silistico, soprattutto legato alla pubblicità stampata. tra i vari tipi di testo lo stampatello minuscolo è quello che scorre in modo migliore, il corsivo, il grassetto e lo stampatello maiuscolo rallentano soltanto la lettura ed è quindi altamente sconsigliabile utilizzare questi caratteri in intere frasi. si può utilizzare in diverse pubblicità uno stesso "notivo", ad esempio un immagine che si ripete in tutte le varie pubblicità a cui però sono associate diffenti descrizioni del prodotto così da indurre nel consumatore il processo del ricordo.
la durata è strettamente legata all'attenzione, di conseguenza la lunghezza massima di uno spot deve essere di al massimo di 45 secondi/ 1 minuto. la durata corta non intacca la trasmissione di informazioni sul prodotto, poichè (anche se è brutto da dire) la pubblicità non è fatta per informare il consumatore sul prodotto bensì per condizionarlo e sentire il bisogno di avere quell'oggetto, questo è ancora più vero durante la fase di lancio in cui c'è bisogno di dire molto poco sull'oggetto.
la frequenza è un fattore importante per l'assimilazione del messaggio. se il messaggio è ripetuto troppo spesso può diventare noioso e quindi indurre il consumatore a un'avversione verso il prodotto e la marca produttrice. ma se al contrario il prodotto non è abbastanza pubblicizzato il rischio è che termini presto il suo ciclo di vita senza neppure aver ribilinaciato le entrate e le uscite.
fine attenzione rivolta al messaggio pubblicitario
l'attenzione rivolta al messaggio pubblicitario
questa fase prevede un buon funzionamento della fase 1
essa prevede quattro tappe per il perfezionamento di una pubblicità
-attenzione
-contrasto
-durata
-frequenza
l'attenzione (apertura mentale ai soli elementi che appaiono rilevanti fra quelli che ci vengono continuamente presentati) nell'uomo è veramente molto bassa. per esempio in un lezione di un ora circa una persona è realmente attento per circa 10/15 minuti in totale. si fa sicuramente attenzione alle cose più sempici che a quelle difficili proprio perchè la nostra attenzione è minima.
la nostra attenzione raggiunge i massimi picchi all'inizio e alla fine di un evento, perciò una pubblicità deve contare su questi due momenti di maggiore attenzione per pubblicizzare il prodotto. come è anche enuncito nel libro "il magio numero 7", la nostra mente può ricordare un massimo di 9 informazioni elementi insieme, quindi il messaggio non deve contenere troppe informazioni sul prodotto altrimenti la pubbicità diventa troppo pesante, talvolta sgradevole e difficile da ricordare. (dite anche ai vostri professori con cui fate due o più ore di fila, che al suono della companella dovrebbero lasciarvi almeno cinque minuti di riposo se vogliono avere l'attenzione che richiedono!).
il contrasto è un fattore più che altro grafico o silistico, soprattutto legato alla pubblicità stampata. tra i vari tipi di testo lo stampatello minuscolo è quello che scorre in modo migliore, il corsivo, il grassetto e lo stampatello maiuscolo rallentano soltanto la lettura ed è quindi altamente sconsigliabile utilizzare questi caratteri in intere frasi. si può utilizzare in diverse pubblicità uno stesso "notivo", ad esempio un immagine che si ripete in tutte le varie pubblicità a cui però sono associate diffenti descrizioni del prodotto così da indurre nel consumatore il processo del ricordo.
la durata è strettamente legata all'attenzione, di conseguenza la lunghezza massima di uno spot deve essere di al massimo di 45 secondi/ 1 minuto. la durata corta non intacca la trasmissione di informazioni sul prodotto, poichè (anche se è brutto da dire) la pubblicità non è fatta per informare il consumatore sul prodotto bensì per condizionarlo e sentire il bisogno di avere quell'oggetto, questo è ancora più vero durante la fase di lancio in cui c'è bisogno di dire molto poco sull'oggetto.
la frequenza è un fattore importante per l'assimilazione del messaggio. se il messaggio è ripetuto troppo spesso può diventare noioso e quindi indurre il consumatore a un'avversione verso il prodotto e la marca produttrice. ma se al contrario il prodotto non è abbastanza pubblicizzato il rischio è che termini presto il suo ciclo di vita senza neppure aver ribilinaciato le entrate e le uscite.
fine attenzione rivolta al messaggio pubblicitario
Re: Psicologia della pubblicità
processi mentali del consumatore e strategie dei messaggi pubblicitari: FASE 1
presentazione del messaggio pubblicitario
questa è l'analisi delle condizioni indispensabili per render il messaggio materialmente accessibile al pubblico desiderato
- correlazione diretta fra la frequenza dei contatti e la probabilità che essi attirino l'attenzione dei soggetti ciu il messaggio è diretto. Cioè, c'è una diretta correlazioen tra quante volte viene avvertito il messaggio publbicitario e l'attenzione che i soggetti prestano ad esso;
- correlazione diretta fra frequenza dei contatto e la probabilità di un acquisto immediato del prodotto presentato. Cioè, più volte viene recepito il messaggio pubblicitario più aumenta la possibilità che il soggetto acquisti l'articolo menzionato.
-correlazione inversa fra il tempo intercorso dalla presentazione del messaggio e la frequenza dei comportamenti d'acquisto. per esempio, se un prodotto non fa più pubblicità rischia di crollare, e il consumatore non ammatterà mai di non comprare più il prodotto poichè non viene più trasmesso il messaggio, anche se in realtà è così.
fine presentazione del messaggio pubblicitario
presentazione del messaggio pubblicitario
questa è l'analisi delle condizioni indispensabili per render il messaggio materialmente accessibile al pubblico desiderato
- correlazione diretta fra la frequenza dei contatti e la probabilità che essi attirino l'attenzione dei soggetti ciu il messaggio è diretto. Cioè, c'è una diretta correlazioen tra quante volte viene avvertito il messaggio publbicitario e l'attenzione che i soggetti prestano ad esso;
- correlazione diretta fra frequenza dei contatto e la probabilità di un acquisto immediato del prodotto presentato. Cioè, più volte viene recepito il messaggio pubblicitario più aumenta la possibilità che il soggetto acquisti l'articolo menzionato.
-correlazione inversa fra il tempo intercorso dalla presentazione del messaggio e la frequenza dei comportamenti d'acquisto. per esempio, se un prodotto non fa più pubblicità rischia di crollare, e il consumatore non ammatterà mai di non comprare più il prodotto poichè non viene più trasmesso il messaggio, anche se in realtà è così.
fine presentazione del messaggio pubblicitario
Re: Psicologia della pubblicità
Il condizionamento operante
il condizionamento operante fu studiato dallo psicologo americano Burrhus Fredric Skinner. i suoi esperimenti sono talvolta considerati troppo atroci.
al contrario di Pavlov, egli credeva che durante l'esperimento il soggetto dovesse essere attivo e che il comportamento dovesse modificari alal basa delle conseguenze che l'azione produce e che si dovesse modificarli parzialmente tramite premio o punizione per realizzare l'esperimento.
Skinner studia il comporamento di ratti e piccioni immessi in gabbietta. fra le varie risposte che l'animale può dare ce n'è una (ad esempio la pressione di un pulsante) alla quale segue un premio (cibo). si osserva che l'azione seguita da premio verra eseguita sempre con maggiora frequenza.
su questo tipo di condizionamento si basano tutti i tipi di addestramento animale.
il condizionamento operante funziona tramite questo schema:
UCS1-->CR1
UCS2-->CR2-->Premio
UCS3-->CR3-->Punizione
(UCS=stimolo non condizionato; CR= risposta condizionata
dopo varie ripetizioni:
UCS1-->XXXXX
UCS2-->CR2-->Premio
UCS3-->XXXXX
riassumendo, ciò che dà una ricompensa viene ripetuto e ciò che non sortisce alcun effetto o peggio dà una punizione viene eliminato.
Esempio:
Filo-->tirare ---> filo-->XXXXX
Leva-->tirare-->premio ---> leva-->tirare-->premio
Pulsante-->premere--> scossa ---> Pulsante-->XXXXX
per poter eliminare l'apprendimento bisogna eiliminare la fonte di "guadagno" per il soggetto
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
per incrementare l'utilizzo di tale ragionamento bisongna randomizzare la ricompensa così che il soggetto sia spinto a "tentare ancora"
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
...................
su questo principio di incrementazione si basa il gioco d'azzardo, come il poker. inizialmente si fa vincere e si fanno complimenti al giocatore, e una votlta che il giocatore incomincia a capire che se gioca vince si inizia a farlo perdere continuando comunque a farlo vincere talvolta, si può poi eliminare del tutto la possibilità di vittoria ma il soggetto continuerà a giocare sperando di poter acnora vincere.
se in un sistema casuale venisse aggiunto anche la punizione si crea una situazione in cui il soggetto va incontro a una stato di pazzia.
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->punizione
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->punizione
fine condizionamento operante
il condizionamento operante fu studiato dallo psicologo americano Burrhus Fredric Skinner. i suoi esperimenti sono talvolta considerati troppo atroci.
al contrario di Pavlov, egli credeva che durante l'esperimento il soggetto dovesse essere attivo e che il comportamento dovesse modificari alal basa delle conseguenze che l'azione produce e che si dovesse modificarli parzialmente tramite premio o punizione per realizzare l'esperimento.
Skinner studia il comporamento di ratti e piccioni immessi in gabbietta. fra le varie risposte che l'animale può dare ce n'è una (ad esempio la pressione di un pulsante) alla quale segue un premio (cibo). si osserva che l'azione seguita da premio verra eseguita sempre con maggiora frequenza.
su questo tipo di condizionamento si basano tutti i tipi di addestramento animale.
il condizionamento operante funziona tramite questo schema:
UCS1-->CR1
UCS2-->CR2-->Premio
UCS3-->CR3-->Punizione
(UCS=stimolo non condizionato; CR= risposta condizionata
dopo varie ripetizioni:
UCS1-->XXXXX
UCS2-->CR2-->Premio
UCS3-->XXXXX
riassumendo, ciò che dà una ricompensa viene ripetuto e ciò che non sortisce alcun effetto o peggio dà una punizione viene eliminato.
Esempio:
Filo-->tirare ---> filo-->XXXXX
Leva-->tirare-->premio ---> leva-->tirare-->premio
Pulsante-->premere--> scossa ---> Pulsante-->XXXXX
per poter eliminare l'apprendimento bisogna eiliminare la fonte di "guadagno" per il soggetto
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
per incrementare l'utilizzo di tale ragionamento bisongna randomizzare la ricompensa così che il soggetto sia spinto a "tentare ancora"
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
...................
su questo principio di incrementazione si basa il gioco d'azzardo, come il poker. inizialmente si fa vincere e si fanno complimenti al giocatore, e una votlta che il giocatore incomincia a capire che se gioca vince si inizia a farlo perdere continuando comunque a farlo vincere talvolta, si può poi eliminare del tutto la possibilità di vittoria ma il soggetto continuerà a giocare sperando di poter acnora vincere.
se in un sistema casuale venisse aggiunto anche la punizione si crea una situazione in cui il soggetto va incontro a una stato di pazzia.
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->punizione
leva-->tirare-->XXXXX
leva-->tirare-->premio
leva-->tirare-->punizione
fine condizionamento operante
Re: Psicologia della pubblicità
il condizionamento classico.
il condizionamento classico è stato scoperto casualmente dal fisiologo russo Ivan Petrovic Pavolv durante uno studio sulla digestione utilizzando dei cani.
il suo esperimento consisteva nell' abbinare alla vista del cibo il suono di un campanella. la vista del cibo provocava nel cane la salivazione. dopo un certo numero di volte che il camapanello precedeva l'arrivo del cibo il cane cominciò a sbavare al solo udire la campana.
in altri termini, dopo varie ripetizioni lo stimolo neutro del campanello si era trasformato in uno stimolo condizionato capace di produrre da solo una risposta condizionata.
il condizionamento classico segue questo schema:
1°:UCS--> UCR (UCS= stimolo involontario (cibo); UCR=risposta incondizionato (salivazione x vista del cibo))
2°:CS-->USC-->UCR ( CS=stimolo condizionato (campanello))
3°: CS--> CR (CR= risposta condizionato (salivazione al campannelo))
il CS di per se non produce nulla, soltanto se abbinato dopo ogni CS appare un UCS esso produce un effetto.
un altro esempio può essere un reduce di guerra:
1°: (UCS)terrore--> (UCR) tuffo a terra
2°: (CS) rumore--> (UCS) terrore--> (UCR) tuffo a terra
3°: (CS) rumore--> (CR) tuffo a terra
in entrambi i casi l'esecuzione del CR non è avviene a scelta del soggetto, poichè il processo di apprendimento ha impresso questo riflesso involontario che viene ripetuto involotariamente ogni volta.
per eliminare il processo apprese di deve ripetere più volte il CS senza farlo seguire dall'UCS, nel caso del cane bisonga far suonare il campanello senza presentare il cibo.
fine condizionamento classico
il condizionamento classico è stato scoperto casualmente dal fisiologo russo Ivan Petrovic Pavolv durante uno studio sulla digestione utilizzando dei cani.
il suo esperimento consisteva nell' abbinare alla vista del cibo il suono di un campanella. la vista del cibo provocava nel cane la salivazione. dopo un certo numero di volte che il camapanello precedeva l'arrivo del cibo il cane cominciò a sbavare al solo udire la campana.
in altri termini, dopo varie ripetizioni lo stimolo neutro del campanello si era trasformato in uno stimolo condizionato capace di produrre da solo una risposta condizionata.
il condizionamento classico segue questo schema:
1°:UCS--> UCR (UCS= stimolo involontario (cibo); UCR=risposta incondizionato (salivazione x vista del cibo))
2°:CS-->USC-->UCR ( CS=stimolo condizionato (campanello))
3°: CS--> CR (CR= risposta condizionato (salivazione al campannelo))
il CS di per se non produce nulla, soltanto se abbinato dopo ogni CS appare un UCS esso produce un effetto.
un altro esempio può essere un reduce di guerra:
1°: (UCS)terrore--> (UCR) tuffo a terra
2°: (CS) rumore--> (UCS) terrore--> (UCR) tuffo a terra
3°: (CS) rumore--> (CR) tuffo a terra
in entrambi i casi l'esecuzione del CR non è avviene a scelta del soggetto, poichè il processo di apprendimento ha impresso questo riflesso involontario che viene ripetuto involotariamente ogni volta.
per eliminare il processo apprese di deve ripetere più volte il CS senza farlo seguire dall'UCS, nel caso del cane bisonga far suonare il campanello senza presentare il cibo.
fine condizionamento classico
Re: Psicologia della pubblicità
credo che il prodotto sia in fase di maturità è debba solo farsi ricordare!
Ultima modifica di dark_power il Ven Feb 29, 2008 12:49 am - modificato 1 volta.
Re: Psicologia della pubblicità
quindi immagino che se io facessi una pubblicità per delle gomme da masticare dove a quello che ne mangia una crescoo i capezzoli e gli diventano tipo antennine, i consumatori non comprerebbero mai e poi mai quelle gomme!!! che schifo!!!!
ma, aspetta, l'hanno già fatta!!! te dici che è l'esempio della curiosità rispetto al prodotto?
ma, aspetta, l'hanno già fatta!!! te dici che è l'esempio della curiosità rispetto al prodotto?
Yatta- Admin
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Località : il mondo parallelo, quello appena esci dritto in giù
Re: Psicologia della pubblicità
La vita di un prodotto
un prodotto ha quattro principali fasi di vita a qui può esserne aggiunta un ulteriore all'inizio:
(-gestazione)
-lancio
-crescita
-maturità
-declino
la prima (gestazione) è caratterizzata da impossibili entrate e solamente spese. questa è la fase di progettazione in cui il prodotto viene dato alla luce.
la seconda (lancio) è la fase iniziale della vita del prodotto vero e proprio. qui inizia il processo pubblicitario, il prodotto deve essere esaltato rispetto ai concorrenti facendo vedere le innovazioni, oppure semplicemente la pubblità deve instillare curiosita verso il prodotto da parte del consumatore.
questa fase è caratterizzata da alti costi (pubblicitari e di produzione), poche vendite e di conseguenza pochi guadagni.
la terza (crescita) è al fase dell'aumento delle entrate. il prodoto è abbastanza conoscituto ma ci sono persone che ancora non l'hanno comprato, la pubblicità deve puntare quindi nel creare un invidia o un senso di disadattamento. deve essere incitato il passaparola tra persona e persona.
la quarta (maturità) è la fase di stabilità del prodotto. questo è ormai conosciuto e la pubblicità deve solo ricordare che esso esite ed è ancora in commercio, perciò è principalemente strutturata con immagini. in questa fase si riprendono i soldi spesi per le fasi precedenti. può avvenire però che l'azienda accumuli moltissime entrate ma non si renda conto di spendere moltissimo per mantenere in vita il prodotto con pubblicità molto costose, sponsor famosi o altri metodi dispendiosi. queste distrazioni da parte dell'azienda possono portare il prodotto alla quinta fase (il declino). in questa fase le vendite cominciano a diminuire, le entrate pure. la pubblicità è mirata a nascondere il declino e solitamente si attuano novità di tipo grafico alla confezione o piccole modifiche del prodotto per riportarlo nella fase di maturità.
un prodotto "morto" può però essere recuperato in seguito, dopo un po' di anni con qualche modifica.
Fine vita di un prodotto
un prodotto ha quattro principali fasi di vita a qui può esserne aggiunta un ulteriore all'inizio:
(-gestazione)
-lancio
-crescita
-maturità
-declino
la prima (gestazione) è caratterizzata da impossibili entrate e solamente spese. questa è la fase di progettazione in cui il prodotto viene dato alla luce.
la seconda (lancio) è la fase iniziale della vita del prodotto vero e proprio. qui inizia il processo pubblicitario, il prodotto deve essere esaltato rispetto ai concorrenti facendo vedere le innovazioni, oppure semplicemente la pubblità deve instillare curiosita verso il prodotto da parte del consumatore.
questa fase è caratterizzata da alti costi (pubblicitari e di produzione), poche vendite e di conseguenza pochi guadagni.
la terza (crescita) è al fase dell'aumento delle entrate. il prodoto è abbastanza conoscituto ma ci sono persone che ancora non l'hanno comprato, la pubblicità deve puntare quindi nel creare un invidia o un senso di disadattamento. deve essere incitato il passaparola tra persona e persona.
la quarta (maturità) è la fase di stabilità del prodotto. questo è ormai conosciuto e la pubblicità deve solo ricordare che esso esite ed è ancora in commercio, perciò è principalemente strutturata con immagini. in questa fase si riprendono i soldi spesi per le fasi precedenti. può avvenire però che l'azienda accumuli moltissime entrate ma non si renda conto di spendere moltissimo per mantenere in vita il prodotto con pubblicità molto costose, sponsor famosi o altri metodi dispendiosi. queste distrazioni da parte dell'azienda possono portare il prodotto alla quinta fase (il declino). in questa fase le vendite cominciano a diminuire, le entrate pure. la pubblicità è mirata a nascondere il declino e solitamente si attuano novità di tipo grafico alla confezione o piccole modifiche del prodotto per riportarlo nella fase di maturità.
un prodotto "morto" può però essere recuperato in seguito, dopo un po' di anni con qualche modifica.
Fine vita di un prodotto
Psicologia della pubblicità
introduzione al marketing!
per prima cosa, perchè nasce la pubblicità?
la pubblicità nasce per educare la gente ad uno stile di vita consumistico. le prime forme di pubblicità telematica si hanno con i caroselli, che penso tutti conosciate. lo scopo principale di questi antichi spot era quello di trasmettere agli " ascoltatori" non solo informazioni sul prodotto, e soprattutto dei valori condivisi. solitamente le marche del prodotto venivano presentate o all'inizio con un " Barillia presenta.." o alla fine con un " Barilla ha presentato... e ricordate, barilla non scuoce!.
poichè la nostra società è ormai abituata ad un vita da consumatori, gli spot si sono evoluti, riducendosi dal punto di vista di lunghezza e sono state eliminate le tematiche non utili per la vendita del prodotto.
un altro motivo per cui la pubblicità nasce è quello di ""aiutare" le imprese a farsi conoscere; nasce così la simbiosi pubblicità-marketing.
cos'è il marketing?
il marketing (abbreviato mktg) è un ramo della scienza economica che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell'integrazione del marcato, degli utilizzatori con l'impresa.
la definizione principale a questa scienza viene da Philip Kotler:
-Marketing: processo sociale e manageriale diretto a soddisfare i bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. è l'arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze del meracato di riferimento, realizzando un profitto.
Kotler distingue la storia dell'economia in quatto strategie di approccio al mercato:
-orientamento alla produzione: in questo periodo, dalla Rivoluzione industriale fino alla metà del Novecento, il mercato è caratterizzato da un eccesso di domanda rispetto all'offerta. Unica preoccupazione dell'imprenditore è ridurre i costi di produzione, azione giustificata soprattutto nei mercati dove prevalgono beni commodity, e dove quindi si può vincere con la concorrenza di prezzo.
-orientamento al prodotto: l'impresa si concentra sulla tecnologia del prodotto, piuttosto che sul consumatore. Il rischio di questa strategia è la cosiddetta marketing myopia, cioè non accorgersi che un mercato è inesistente (rendendo quindi vani gli sforzi per piazzare un prodotto).
-orientamento alle vendite: si cerca di vendere ciò che si produce. È una prospettiva di tipo inside-out, praticata soprattutto nel breve termine, e con prodotti/servizi a bassa visibilità (unsought goods), oppure in casi di sovrapproduzione, o ancora quando un mercato è saturo (e quindi va conquistato con la forza vendita). Anche in questo caso il rischio è di capire poco cosa desidera il consumatore finale
-orientamento al marketing: consiste nella comprensione dei bisogni del cliente, per produrre i beni e quindi soddisfarli. È una prospettiva di tipo outside-in, o anche pull (capire il mercato) anziché push (spingere sul mercato).
La difficoltà principale per un'azienda sta nel conquistare consumatori fissi che permettano delle entrate certe o almeno prevedibili, le quali, anche se minori, sono meglio di entrate oscillanti.
Fine introuzione al marketing
per prima cosa, perchè nasce la pubblicità?
la pubblicità nasce per educare la gente ad uno stile di vita consumistico. le prime forme di pubblicità telematica si hanno con i caroselli, che penso tutti conosciate. lo scopo principale di questi antichi spot era quello di trasmettere agli " ascoltatori" non solo informazioni sul prodotto, e soprattutto dei valori condivisi. solitamente le marche del prodotto venivano presentate o all'inizio con un " Barillia presenta.." o alla fine con un " Barilla ha presentato... e ricordate, barilla non scuoce!.
poichè la nostra società è ormai abituata ad un vita da consumatori, gli spot si sono evoluti, riducendosi dal punto di vista di lunghezza e sono state eliminate le tematiche non utili per la vendita del prodotto.
un altro motivo per cui la pubblicità nasce è quello di ""aiutare" le imprese a farsi conoscere; nasce così la simbiosi pubblicità-marketing.
cos'è il marketing?
il marketing (abbreviato mktg) è un ramo della scienza economica che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell'integrazione del marcato, degli utilizzatori con l'impresa.
la definizione principale a questa scienza viene da Philip Kotler:
-Marketing: processo sociale e manageriale diretto a soddisfare i bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. è l'arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze del meracato di riferimento, realizzando un profitto.
Kotler distingue la storia dell'economia in quatto strategie di approccio al mercato:
-orientamento alla produzione: in questo periodo, dalla Rivoluzione industriale fino alla metà del Novecento, il mercato è caratterizzato da un eccesso di domanda rispetto all'offerta. Unica preoccupazione dell'imprenditore è ridurre i costi di produzione, azione giustificata soprattutto nei mercati dove prevalgono beni commodity, e dove quindi si può vincere con la concorrenza di prezzo.
-orientamento al prodotto: l'impresa si concentra sulla tecnologia del prodotto, piuttosto che sul consumatore. Il rischio di questa strategia è la cosiddetta marketing myopia, cioè non accorgersi che un mercato è inesistente (rendendo quindi vani gli sforzi per piazzare un prodotto).
-orientamento alle vendite: si cerca di vendere ciò che si produce. È una prospettiva di tipo inside-out, praticata soprattutto nel breve termine, e con prodotti/servizi a bassa visibilità (unsought goods), oppure in casi di sovrapproduzione, o ancora quando un mercato è saturo (e quindi va conquistato con la forza vendita). Anche in questo caso il rischio è di capire poco cosa desidera il consumatore finale
-orientamento al marketing: consiste nella comprensione dei bisogni del cliente, per produrre i beni e quindi soddisfarli. È una prospettiva di tipo outside-in, o anche pull (capire il mercato) anziché push (spingere sul mercato).
La difficoltà principale per un'azienda sta nel conquistare consumatori fissi che permettano delle entrate certe o almeno prevedibili, le quali, anche se minori, sono meglio di entrate oscillanti.
Fine introuzione al marketing
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